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Rischio biologico? Ecco come abbattere la possibilità di contrarre infezioni

Partendo dal presupposto che tutto il materiale biologico è potenzialmente dannoso e che ogni contaminazione è quasi sempre frutto di un errore umano, la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ha introdotto l’obbligo di misure preventive particolari per la protezione dai rischi biologici e malattie infettive degli operatori dei settori esposti.

Attività ad alto rischio biologico e conseguenze del contatto diretto o involontario con i batteri liberi

Alcuni settori industriali hanno come fondamento l’analisi degli agenti biologici, deliberatamente introdotti nell’ambiente lavorativo, al fine di sfruttarne volontariamente le proprietà a qualunque titolo. Pertanto, nei laboratori di analisi e cura il rischio biologico è una costante del processo produttivo – e in quanto tale diretto – nonostante la sanificazione e la disinfezione obbligatorie. Si parla di rischio biologico indiretto invece, quando l’agente patogeno non è inserito di proposito nel ciclo attivo, ma il contatto è indesiderato seppur inevitabile: negli ospedali, nelle Asl come nei presidi veterinari, nelle aziende zootecniche ed in quelle agricole, nelle industrie alimentari infatti, il rischio di esposizione involontaria ai microbi è elevato anche se non si manipolano direttamente i materiali che li veicolano. Detti microorganismi sono trasmissibili per via aerea o droplets (goccioline disseminate attraverso tosse e starnuti), per contatto, per via parenterale (esposizione a liquidi biologici) e le malattie infettive che ne conseguono possono essere così raggruppate:

  • Epatite B ed epatite C provocate da due diversi virus;
  • Tubercolosi: un’infezione batterica che colpisce generalmente i polmoni, ma anche altri organi (es. reni, cute);
  • Virus HIV, causa della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS );
  • Altre infezioni come meningite, citomegalovirus, varicella, alcune infezioni intestinali, virus influenzali e infestazioni da parassiti (pidocchi, scabbia);
  • Infezioni connatali (Rosolia, Toxoplasmosi, Citomegalovirus).

Come proteggersi dal rischio biologico?

Partendo dal presupposto che tutto il materiale biologico è potenzialmente dannoso e che ogni contaminazione è quasi sempre frutto di un errore umano, la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ha introdotto l’obbligo di misure preventive particolari, dette di secondo livello di contenimento (Art.275, comma 3, D. Lgs. 81/08), per la protezione dai rischi biologici e malattie infettive degli operatori dei settori esposti. Prime fra tutte la standardizzazione delle procedure e la preparazione del personale addetto attraverso corsi di formazione specifica e informazione sui possibili rischi, i comportamenti da tenere, le norme igieniche e la prevenzione, le procedure in caso di infortunio o incidente. In secondo luogo la fornitura dei materiali idonei e le operazioni di profilassi, a cura del medico, nei confronti dei soggetti più esposti. E ancora l’ottimizzazione e la manutenzione ordinaria e straordinaria delle apparecchiature atte ai processi di lavorazione, analisi, conservazione delle sostanze potenzialmente dannose.
L’ambiente ospite deve essere pulito e libero da qualunque suppellettile o attrezzo che non sia strettamente legato all’attività e nei pressi del luogo di lavoro devono trovarsi appositi contenitori per la raccolta dei rifiuti infetti. Non è consentito portare in altri luoghi l’attrezzatura usata nei comparti a rischio.
Nello specifico l’accesso ai luoghi esposti a patogeni deve essere consentito soltanto a personale autorizzato che indossi le divise previste (divise che a fine lavoro devono essere rimosse con cautela per non contaminare la cute): camici o tute, guanti, copricapo, calzari appositi, mascherine, occhiali e dispositivi di protezione delle vie respiratorie idonei.

L’azienda Kasco srl fornisce diversi tipi di dispositivi per le vie respiratorie utili per la prevenzione del rischio biologico, come ad esempio il respiratore K80E T8X che fornisce una protezione completa della testa, viso, collo ed orecchie. Entrambi i modelli sono dotati di allarme sonoro che segnala all’operatore l’imminente scarica della batteria e/o l’intasamento del filtro.